L’avvento della RCA obbligatoria portò, indiscutibilmente, un grande sconvolgimento nel mondo delle assicurazioni. Enormi flussi di denaro fecero lievitare i già cospicui bilanci delle Compagnie di Assicurazione e, ciò, inevitabilmente, costituì un pericoloso richiamo per chi, delle finalità assicurative, non importava un fico secco ma, semmai, vedeva in esse una grande fonte di guadagni.
Sorsero così, come funghi, le cosiddette “Società di Mutuo Soccorso” che, ben lungi dal rispettare la finalità propria di mutualità a favore dei soci, svelarono interessi che andavano ben oltre la funzione meramente assicurativa.
Praticamente, nell’assicurazione Mutua, gli assicurati trasferiscono i propri rischi individuali sulla collettività facente parte della Mutua medesima. Ma in molte di quelle… società di mutuo soccorso, evidentemente, gli interessi erano ben altri!
Così, come nascevano, così sparivano nel nulla… come pure il resto…
Una gran quantità di sinistri non pagati e una gran quantità di persone che, di punto in bianco, si ritrovarono sprovviste di assicurazione pur avendo pagato un sia pur modesto premio. La poca o insufficiente chiarezza con la quale fu dato l’avvio alla RCA obbligatoria, determinò molto caos e molti dubbi interpretativi delle leggi. Si giunse all’assurdità, puramente italiana, che talune di siffatte Assicuratrici, definite “società di mutuo soccorso” operavano, ad esempio, con la sola autorizzazione del competente assessorato della Regione Siciliana, per cui se il malcapitato utente avesse superato lo stretto di Messina, ed anche sul traghetto stesso, sarebbe stato suscettibile di pesanti sanzioni in quanto non assicurato.
Insomma, erano compagnie che operavano nell’ambito della regione senza alcuna autorizzazione da parte del Ministero. L’utente meno informato spesso non era a conoscenza di questa gravissima limitazione per cui, ignaro, se a Villa San Giovanni avesse avuto un incidente, non avrebbe avuto alcuna copertura assicurativa così come, se fermato da una pattuglia delle forze dell’ordine, sarebbe incorso nelle previste sanzioni per chi sprovvisto di assicurazione.
Ci si chiede come tutto questo sia potuto succedere. Incredibile ma vero! Mettiamo un pietoso velo su tutto ciò, tuttavia, diciamolo, le colpe non sono solo di queste pseudo società o della leggera condotta della Regione nel concedere siffatte autorizzazioni; il cittadino attento e dotato di un minimo di “sale in zucca” avrebbe dovuto chiedersi perché mai il costo di una polizza era un terzo o la metà di quella rilasciata da una Compagnia tradizionale.
Non ci sono dubbi, dunque, che tra gli “imputati” ci sono anche taluni utenti che, a torto, pensano di essere più furbi degli altri. Se ricordate, qualche anno fa, venivano venduti a 100 euro certificati falsi di assicurazione che, con la piena consapevolezza dell’improvvido utente, sarebbero serviti solo a risparmiarsi una sanzione da parte degli operatori di Polizia che, nell’immediato, non potevano sapere della falsità di tali certificati. Poi, fortunatamente, tutte queste vergogne tipicamente italiane sono state fronteggiate ed eliminate.
Oggi, anche per gli effetti della digitalizzazione, la regolarità della posizione assicurativa di un soggetto è prontamente disponibile per l’operatore di Polizia e ciò, indubbiamente, costituisce una seria garanzia per la collettività. Oggi, l’unico confronto tra una Compagnia e l’altra, è solo sul piano dei servizi al cliente e della loro qualità, nessun altro sotterfugio è ormai possibile.
Restando sempre nel tema della funzione delle assicurazioni, è quasi inevitabile che, col tempo la loro operatività sociale si estenderà a macchia d’olio, anche in altri settori. Molte prerogative oggi demandate al sistema sanitario nazionale o all’istituto di previdenza sociale saranno assorbite parzialmente dal sistema assicurativo privato, fatto già pienamente operativo nei paesi evoluti. Insomma, per intenderci bene, rassegniamoci… sarà molto difficile liberarsi dagli assicuratori!
Mimmo Inzerillo