Quello sull’autonomia differenziata è un argomento sul quale, di questi tempi, si dibatte molto, per intenderci, il vero tormentone del momento; per questo i più si chiedono se sarà foriero di vantaggi o di svantaggi (?). È ancora presto per fare una previsione ma, tuttavia, è innegabile che se tutte le Regioni operassero in maniera virtuosa, come la norma vorrebbe, questo strumento costituirebbe una grande risorsa soprattutto per le Regioni del Sud, da sempre relegate al poco invidiabile ruolo di “Cenerentole d’Italia”.
Nel merito dell’argomento, però, ci sono alcuni dati che devono indurre ad un’attenta analisi: citiamone uno che riguarda il nostro mondo, quello delle assicurazioni; in quest’ambito la Lombardia è la regione più assicurata d’Italia; pensate, da sola, incassa il 22,8% dei premi complessivi nel Ramo Vita ed il 24,1% nei Rami Danni!
L’Italia Settentrionale, poi, incassa il 53,1% della raccolta complessiva mentre il 46,9% tutto il resto d’Italia, Isole comprese. Certamente il divario è enorme ed è proprio questo che genera i dubbi degli scettici. Ma, anche su questo c’è da chiedersi il perché di questi dubbi. Forse, costoro, non ritengono la gente del Sud capace di autogovernarsi? Pensano, forse, che non possa prescindere dalla “intellighenzia nordica”? Insomma, in maniera seria, c’è da chiarire anche questo dilemma per fugare ogni fuorviante preconcetto.
Va detto che questi dati, tuttavia, non sono da ritenere come definitivi ma, addirittura, potrebbero cambiare di tendenza atteso che gli ultimi rilevamenti economici hanno evidenziato una maggior crescita del sud rispetto al Centro-Nord ed è proprio questo che alimenta una fondata ottimistica speranza.
Ciò è confortante e contraddice le posizioni aprioristiche di talune correnti sull’autonomia differenziata che, invece, se recepita nel verso giusto, potrebbe costituire, lo ripetiamo ancora, un’importante rampa di lancio per le economie regionali.
Oggi il mondo economico è in una fase di inarrestabile fermento e, se parliamo di economia, non si può prescindere dal ruolo del mercato assicurativo che costituisce, a pieno titolo, il cuore pulsante di questo articolato sistema.
Il suo ruolo è talmente importante che persino entità tecnologiche di assoluto rilievo come AMAZON, distribuiscono servizi e prodotti assicurativi (avendo fiutato il grosso affare…) e che, riconosciamone il merito, determinano un aumento considerevole della concorrenza complessiva.
Il ruolo sociale delle assicurazioni, è un dato di fatto, ha assunto soprattutto nell’ultimo decennio un’incredibile centralità, costituendo la risposta al cambiamento macroeconomico internazionale, caratterizzato da un inarrestabile susseguirsi di eventi come la pandemia, gli eventi bellici, l’impennata dei prezzi, la crisi energetica, gli eventi catastrofali ormai divenuti la consuetudine.
Tutto questo fermento ha dato luogo ad un enorme mercato parallelo che, tuttavia, non va sopravvalutato atteso che, come più volte precisato, il 94% delle polizze viene veicolato principalmente dalle Agenzie di Assicurazione ed anche dai Broker.
Possiamo concludere portando all’attenzione di tutti come l’opportunità dell’autonomia evidenzi l’imprescindibilità dell’interazione tra il mondo dell’economia, quello delle politiche sociali e quello delle assicurazioni, e come le stesse costituiscano un unico nucleo assolutamente complementare l’uno all’altro, fornendo in tale sintesi un importante strumento di crescita.
Mimmo Inzerillo