La previdenza… non è mai troppa!

da | 24 Giu 2022

Il decreto n. 47/2000 dà il via alla riforma della previdenza complementare e dei contratti di assicurazione sulla vita; le prime innovazioni furono costituite dalle nuove Forme Individuali Pensionistiche (FIP) e dall’equiparazione tra i prodotti finanziari e le polizze vita non di puro rischio.

Si è proceduto, così, ad una classificazione dei prodotti vita secondo il seguente schema:

  • Forme Pensionistiche Individuali (Fondi Pensione Aperti e Polizze pensionistiche)
  • Assicurazioni di puro rischio (morte – invalidità permanente – perdita autosufficienza)
  • Polizze finanziarie (Index- Unit Linked – Mista e Vita Intera – Rendita e Capitale Differito)

Destinatari delle Forme Pensionistiche Individuali sono i lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i soci lavoratori di cooperative, le casalinghe, i titolari di redditi diversi, persone fiscalmente a carico.

In questa fattispecie le contribuzioni sono libere e non vincolate ad importi fissi; i riscatti sono consentiti solo per casi particolari (grave malattia, acquisto prima casa o ristrutturazione della stessa) e, comunque, in forma parziale (max 70%) mentre per il resto si dovrà attendere l’età pensionabile o altro evento (decesso).

Decorsi i primi tre anni dall’adesione, il contribuente ha la facoltà di trasferire, senza costi, le somme versate e maturate ad altro Fondo Pensionistico.

Queste Forme Pensionistiche hanno avuto ampi consensi soprattutto per i benefici fiscali che ne derivano, come l’esenzione dall’imposta e la deducibilità del 12% del reddito con un tetto massimo di € 5.164,57.

Ulteriori vantaggi si sono ottenuti dall’1/1/2022 a seguito della riduzione degli scaglioni di reddito portati da 5 a 4 e ridotti di un paio di punti, come meglio di seguito indicato:

  • Fino ad € 15.000 aliquota imposta 23%
  • Da € 15.001 a € 28.000 aliquota 25%
  • Da € 28.001 a € 50.000 aliquota 35%
  • Oltre € 50.000 aliquota 43%

Per fare un esempio pratico, supponiamo un reddito  di € 50.000 di un lavoratore autonomo, forse il più sensibile al problema unitamente ai liberi professionisti.  Deducibile 12%, ovvero € 6.000 ma il max consentito, come detto, è € 5.164,57. L’aliquota d’imposta corrispondente è del 35% per cui su € 50.000 sarebbe pari ad € 17.500.

Tuttavia con tale forma pensionistica il reddito sul quale calcolare l’imposta sarebbe pari ad € 44.835,43 (50.000 – 5.164,57) per cui la stessa si ridurrebbe ad € 15.692 con un risparmio fiscale di € 1.808, somma decisamente non trascurabile soprattutto se considerata in un’ottica temporale medio lunga.

Otterremo così un duplice vantaggio: da un lato un considerevole vantaggio fiscale, dall’altro la costituzione di una pensione integrativa che, al raggiungimento dell’età pensionistica, andrà a sommarsi alla pensione di anzianità, consentendoci di affrontare una vecchiaia più serena e con maggiori disponibilità.

AXA ASSICURAZIONI, naturalmente, dispone di un suo Fondo Pensione Aperto, accessibile sia su base individuale che su base collettiva. La gestione delle contribuzioni avviene attraverso 4 comparti a libera scelta del richiedente:

Più precisamente:

  • Linea conservativa (solo titoli obbligazionari a breve termine)
  • Linea prudente (prevalenza obbligazionaria area Euro)
  • Linea equilibrata (investimento bilanciato azioni-obbligazioni, max 50% azioni)
  • Linea dinamica (prevalenza titoli azionari, max 85%)

Il contribuente avrà facoltà di completare il piano pensionistico con l’aggiunta di alcune garanzie assicurative come risorse economiche in caso di sopraggiunta invalidità per infortunio o malattia, un reddito temporaneo agli eredi in caso di decesso, impegno della Compagnia di pagare una rendita per un numero stabilito di annualità. Dunque, partendo dalla constatazione che, al giorno d’oggi, le certezze di un tempo passato sono, ormai, solo dei fantasmi o, comunque, sempre più relative, è assolutamente ragionevole riflettere con attenzione su quanto sin qui argomentato nell’ottica di un problema che, nel tempo, dovremo inevitabilmente affrontare.
Mimmo Inzerillo

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