Parliamo di cose serie

da | 18 Giu 2021

Le grandi incertezze che caratterizzano questo particolare momento che, ormai, si protrae da febbraio 2020, devono indurci a fare alcune riflessioni. Se da un lato si intravedono segnali di ripresa attribuibili alla riapertura pur graduale delle attività, nonché all’effetto delle vaccinazioni, dall’altro le incertezze sul nostro futuro sono davvero tante.

La pandemia non ha portato via soltanto una gran moltitudine di persone ma ha, anche, disperso gran parte di quella linfa vitale che alimentava la nostra economia.

Le persone che ci hanno lasciati, purtroppo, non potremo più riaverle, possiamo però tentare di recuperare il terreno perduto. Tuttavia, noi che siamo di questo mondo, sappiamo quanto improduttivo sia sperare nei buoni uffici dei nostri politici. Purtroppo, ormai da molti anni, a “governarci”… (si fa per dire… naturalmente) c’è una moltitudine di persone che ha dato ampia prova di inadeguatezza, per cui, di tanto, è bene farsene una ragione; è giunto il momento di sbracciarci e mettere in pratica ciò che recita quel famoso detto dei nostri nonni, “aiutati che Dio t’aiuta”.

Non potendo confidare su un sistema efficace e affidabile, è bene porre rimedio intervenendo, direttamente, proprio su quei punti deboli. Della polizza “Salute” tanto reclamizzata sui media, abbiamo già argomentato nella nostra precedente; oggi, invece, vi parlo del “nervo scoperto” sul quale dovremmo intervenire.

Mi riferisco all’aspetto previdenziale e a quello pensionistico, due seri problemi sui quali dovremmo porre la nostra attenzione. Chi è già percettore di una pensione non si ponga il problema; sono tutti gli altri che devono porselo, soprattutto i più giovani. Ma procediamo con ordine. Per quanto riguarda l’aspetto previdenziale, è di grande importanza “coprire” quantomeno le passività accese.

Molto semplicemente, se abbiamo acceso un mutuo per l’acquisto della casa o se abbiamo ottenuto un finanziamento o se, comunque, abbiamo contratto una passività, dobbiamo porci una domanda: se (toccare ferro) dovessi mancare, come faranno i miei cari a far fronte a tale passività?

C’è la soluzione e, se siamo giovani, con costi molto contenuti. Il rimedio è una polizza “Temporanea caso morte”; sostanzialmente, si accende una polizza con un capitale “caso morte” equivalente all’ammontare della passività che si vuol coprire o, ovviamente, quando si volesse garantire una certa somma alla famiglia nel malaugurato caso di “dipartita”.

Si tenga conto che, trattandosi di polizza di “puro rischio”, nel caso in cui l’evento nefasto non dovesse avvenire, cosa che vivamente auguro, le somme versate saranno acquisite dalla compagnia. Tuttavia, potrà essere dedotta fiscalmente dal reddito Irpef nelle previste misure, circostanza che potrebbe consentirci di scendere in un’aliquota più bassa e, quindi, di pagare meno imposte sul reddito. Ma, a parte questo beneficio, non ci sono dubbi: è soprattutto un grande atto di altruismo e d’amore verso i propri cari. Per quanto riguarda, invece, l’aspetto pensionistico, soprattutto i giovani, è bene che ci pensino per tempo. Si dimentichino di poter avere le stesse pensioni dei propri genitori per cui, se vogliono garantirsi una vecchiaia dignitosa, provvedano a predisporre un Piano Integrativo Pensionistico. Spalmato in un arco temporale che si concluderà con il raggiungimento dell’età pensionabile, ci si renderà conto, a quel punto, quanto provvidenziale è stato quel piano pensionistico suggeritoci a suo tempo dal nostro magnifico Agente (scusate l’immodestia).

Si tenga conto che, il nostro, è un paese che tende a invecchiare per cui, se non ci sarà l’auspicata ripresa demografica, il problema delle pensioni diventerà un problema molto serio. Quindi, ispirandoci a quell’altro detto siciliano secondo il quale “chi si guardò si salvò”, è opportuno intervenire oggi e non più tardi.

Tuttavia, cari amici, vi faccio una raccomandazione: non credete alle illusorie promesse di chi vi propone un piano di questo genere impegnando cifre risibili. A cifre risibili corrisponderanno risultati risibili.

In quel caso, è giusto dirlo, avremmo fatto un’operazione assolutamente inutile e speso male il nostro denaro. Se dobbiamo parlare di cose serie, dobbiamo entrare nell’ordine di idee che, per realizzare una cosa seria, dobbiamo preventivare dei costi adeguati. Insomma, per intenderci, dobbiamo imporci una sorta di risparmio forzato che “benediremo” allorquando i nostri capelli saranno diventati bianchi (naturalmente chi li ha). Questo tipo di soluzione, ovviamente, non riguarda solo i giovani ma, anche, tutti coloro che svolgono un’attività autonoma in genere come artigiani, commercianti, professionisti. Sappiamo bene quanto magre siano le pensioni degli autonomi per cui, vi si può porre rimedio ricorrendo al piano integrativo sopra descritto.

Comunque, data la delicatezza e la complessità dell’argomento, per chi fosse interessato, è opportuna una visita nei nostri Uffici. Vi attendiamo!
Mimmo Inzerillo

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