Il lato oscuro degli incidenti stradali: speculazione e conseguenze

da | 19 Gen 2024

Non molto tempo fa vi abbiamo dato alcuni suggerimenti sul comportamento da adottare nel caso in cui veniste coinvolti in incidenti stradali.

Oggi vogliamo tornare in argomento per fare alcune riflessioni;  ci soffermiamo sul comportamento di alcuni automobilisti allorquando incorrono in un sinistro. Spesso, purtroppo, l’evento viene inteso come un’occasione per “fare un po’ di soldi”. Ovvero, in un momento di censurabile delirio morale, il danno reale viene  fatto lievitare con altre voci non pertinenti allo stesso e, quindi, chiara prova di mire speculative.

Del resto è risaputo, l’animus speculativo è sempre stato vivo in taluni e, al riguardo, chiedo se vi è mai capitato di assistere al farsesco “cerimoniale” immediatamente successivo ad un sinistro?

Assistiamo a scene di cui vergognarsi per chi le fa, come gente che, mentendo, accusa dolori vari in non meglio identificate parti del corpo e che, in un in momento di distrazione, accusa dolori al braccio destro poco prima accusati in quello sinistro.  Poi, nel caso di tamponamento, anche di lievissima entità, molti accusano terribili dolori cervicali…  Quanta tristezza nell’assistere a queste miserie!

Tutto ciò è sintomatico di una situazione sempre più radicata e che dà prova dello spirito che anima molta gente.

Questi comportamenti, inevitabilmente,  incrinano i rapporti con le Compagnie di Assicurazioni che, di fronte a questo fenomeno, si vedono costrette ad adottare misure adeguate per fronteggiarlo.

È, inoltre, frequentissimo il ricorso a patrocinatori anche quando non ce n’è la minima ragione; ciò avrà il solo effetto di far lievitare il costo del sinistro conseguendone, inevitabilmente, la revisione delle tariffe in pejus, il tutto a discapito dell’intera utenza.

Rendiamocene conto, le Compagnie di Assicurazione sono delle società per azioni che hanno per scopo il lucro e non delle onlus. Le Compagnie liquidano i danni senza batter ciglio ma, ovviamente, vogliono pagare il danno effettivo e non quello artatamente gonfiato.  Per arginare il malcostume e favorire una più snella procedura, hanno messo a punto delle convenzioni con primarie carrozzerie le quali provvedono alle riparazioni del mezzo mettendo a disposizione anche una vettura di cortesia per la durata delle stesse.

Ma, come dicevamo prima, permane un forte spirito speculativo, per cui solo una sparuta parte aderisce a queste convenzioni in quanto, facendolo, deve rinunciare a certe mire.  Ma torniamo sul famoso “colpo di frusta”, un fenomeno costato alle Compagnie un fiume di denaro. Il fenomeno era diventato talmente usuale che, per arginarlo, furono intraprese misure restrittive che ne ridussero gli effetti. Era tutto estremamente semplice, bastava recarsi al Pronto Soccorso e lamentare il colpo di frusta; il certificato rilasciato, poi, legittimava il famoso “gettone” di due punti di micropermanente. Si pose fine a ciò con dette misure che, in pratica, affermavano che la lesione di lieve entità, come il famigerato colpo di frusta per l’appunto, non è suscettibile di un accertamento clinico strumentale visivo (es.: cicatrice, tumefazione), per cui non può dar luogo a risarcimento come danno biologico permanente, fatta esclusione, ovviamente, per i casi reali e clinicamente dimostrabili.

Per essere più chiari, un banale stiramento muscolare non viene più considerato risarcibile mentre, prima, dava luogo ad un riconoscimento quasi automatico di due punti di danno biologico, equivalenti a circa € 1.600/1.700). Immaginate, in centinaia di migliaia di sinistri, quale emorragia di denaro non dovuto! Tutto ciò a discapito non solo delle Compagnie ma, principalmente, dell’utenza per i motivi anzidetti.

Dunque, il nostro consiglio rimane sempre quello, ovvero, in caso di sinistro, rivolgiamoci alle carrozzerie convenzionate; non dovremo fare nulla, otterremo una spedita definizione della pratica a cui provvederà direttamente la Compagnia, senza alcun intoppo e col vantaggio, come detto, dell’auto di cortesia. Ricordiamoci, infine, che oggi le Compagnie, laddove nutrono dubbi sulla fondatezza di talune pretese risarcitorie, fanno le cause sino in fondo e ciò, cari Signori, deve far riflettere; a parte i tempi biblici della giustizia, gli esiti di una causa sono sempre estremamente incerti.
Mimmo Inzerillo

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