Dal quarto millennio A.C. all’era digitale: la lunga evoluzione dell’assicurazione

da | 13 Giu 2025

Molti pensano che l’assicurazione sia qualcosa di recente, comunque dei tempi “moderni”, ma non è esattamente così, infatti, secondo alcuni storici, le origini dell’assicurazione risalirebbero addirittura al terzo e quarto millennio avanti Cristo. Già nelle civiltà più antiche era avvertita la nozione di “rischio” ed esistevano, fin da allora, strumenti tesi a proteggere gli individui dai pericoli di natura economica.

Questi studi, dunque, hanno mostrato che il bisogno di sicurezza era avvertito sin dai tempi più remoti e che l’idea di previdenza è rintracciabile in tutte le culture antiche.

La previdenza era praticata attraverso la reciproca assistenza da parte dei soggetti che svolgevano la medesima attività economica, costituendone ciò il vero principio della mutualità. Alcuni soggetti esposti allo stesso rischio mettevano in comune una piccola parte delle loro risorse economiche, creando un fondo con cui soccorrere quei membri della comunità che venivano colpiti da determinati sinistri.

Questo concetto di mutualità si è sviluppato nel corso della storia in forme più o meno avanzate: all’inizio si è espresso come semplice vincolo di solidarietà umana all’interno di certi gruppi sociali, poi, più tardi, si è organizzato in forma di precise obbligazioni reciproche tra gli associati.

Presso i Romani, ad esempio, esistevano i “collegia funeraticia”, istituiti per sostenere le spese del funerale e della sepoltura degli associati. Esistevano anche altre forme di soccorso mutualistico tra gruppi di cittadini nel caso di malattia o tra i militari nel caso di invalidità.

In epoca medievale, con lo svilupparsi nei comuni italiani della produzione manifatturiera e del lavoro artigianale, le Corporazioni delle Arti (chiamate Gilde), diedero ampia diffusione a queste forme di mutuo soccorso.

È evidente che il principio di mutualità è un aspetto strettamente collegato all’assicurazione, ma tuttavia parziale, non esauriente. Esso consente una ripartizione del rischio in modo che il peso delle sue conseguenze economiche, troppo gravose per i singoli, venga distribuito fra tutti i mutuati, garantendo a ciascuno un livello minimo di sicurezza.

Tuttavia le caratteristiche dell’assicurazione, nella forma da noi conosciuta, prevedono altri passaggi che, nel loro insieme, la distinguono dall’antico concetto di mutualità.

A distinguerla sono alcuni elementi essenziali come il soggetto economico che contrattualmente si assume il rischio (ovvero l’assicuratore), la definizione del rischio (oggetto dell’assicurazione), la determinazione del premio, le prestazioni assicurative, la durata.

A questi elementi essenziali vanno, poi, aggiunti taluni strumenti scientifici ed operativi come il calcolo delle probabilità e della frequenza statistica di determinati eventi, Fondamenta sulle quali, oggi, si reggono le tariffe adottate dalle Compagnie.

Il sostantivo “assicurazione” deriva dal latino “assecurare”, cioè rendere sicuro, garantire protezione; ebbene, nella gerarchia dei bisogni umani, è sempre emersa, forte, l’esigenza di raggiungere una situazione psichica di sicurezza, ed è attraverso la stessa che trova fondamento il contratto di assicurazione, ovvero quello strumento atto a soddisfare il bisogno primario che spinge l’uomo a proteggersi contro l’ignoto.

Dai tempi antichi tanta strada è stata fatta e lo strumento assicurativo si è sempre più affinato ed adattato alle vicende umane. Gli imprevisti hanno sempre caratterizzato l’esistenza dell’uomo sfuggendo, essi, ad ogni possibile controllo; purtuttavia, se non è dato eliminare del tutto questi rischi è possibile, però, proteggersi dai danni che questi rischi possono provocare e, questo importante compito, lo sappiamo, è demandato a quello straordinario strumento che è l’assicurazione.
Mimmo Inzerillo