Gli eventi più recenti appaiono ai nostri occhi come un vero bollettino di guerra: perdite umane, devastanti inondazioni, alluvioni, uragani, calamità che mettono a soqquadro l’intero pianeta.
Le cause sono da attribuire, probabilmente, all’anomalo riscaldamento del pianeta che, particolarmente nell’ultimo quinquennio, ha condizionato pericolosamente il clima.
Però, ciò che desta grande preoccupazione è che queste criticità non investono sole alcune zone del pianeta ma, invece, si riscontrano a livello globale e, per di più, sempre con maggior frequenza.
Nel 2024 questi fenomeni hanno colpito prima l’Europa con le grandi inondazioni che hanno devastato vaste zone di paesi come l’Italia, la Polonia, la Francia, l’Austria e, per finire, la Spagna dove ben 223 persone hanno perduto la vita, oltre i 17 dispersi la cui sorte è pressoché scontata, purtroppo.
Tuttavia, come detto prima, nessuna parte del pianeta l’ha fatta franca: gli USA sono stati flagellati da due tremendi uragani dalle conseguenze drammatiche e piogge intensissime, la regione del Golfo con un’inondazione di intensità colà mai vista e, analogamente, in altre zone dell’Asia.
Alla luce di tutto ciò sembrerebbe che il clima sia letteralmente impazzito: si alternano lunghi periodi di siccità a precipitazioni di incredibile intensità che, nel volgere di poche ore, scaricano le piogge di un intero anno.
Le cause di questi repentini cambiamenti climatici vengono attribuite, secondo le diverse “correnti di pensiero”, da talune all’inquinamento ed ai gas serra prodotti dalle attività umane e, da talaltre, al naturale avvicendamento delle ere climatiche come, per esempio, lo è stata quella delle glaciazioni.
Noi, tuttavia, non abbiamo le competenze per poter stabilire quale versione sia la più attendibile ma, salomonicamente, riteniamo che contribuiscano entrambe.
Fatta questa poco rassicurante premessa, cerchiamo di identificare le misure da adottare per proteggersi dagli effetti di questi disastri.
A parte i compiti specifici delle istituzioni, vale a dire la manutenzione periodica dei corsi d’acqua e delle reti fognarie, la realizzazione di opere, la costruzione di argini, lo scavo dei letti dei fiumi, la costruzione di dighe e, dulcis in fundo, i bacini di espansione già positivamente messi alla prova in Veneto per impedire l’esondazione dei fiumi, cosa deve fare, invece, il singolo cittadino per proteggere i propri beni?
Rammentando che, nel 2024, i danni economici a livello globale imputabili ai disastri naturali, vengono stimati in circa 310 miliardi di dollari dei quali solo 135 miliardi coperti da polizze assicurative, la risposta non può essere che una sola: ricorrere ad una soluzione di tipo assicurativo.
Dunque, a protezione della nostra abitazione dovremmo sottoscrivere una specifica polizza come, analogamente, per tutte le attività imprenditoriali per le quali, tra l’altro, si è resa obbligatoria l’assicurazione contro le calamità naturali.
È da dire che detta copertura, ferma l’utilità per tutti, è fondamentale soprattutto per il cittadino comune proprietario di un’abitazione unifamiliare, di una villa o di una villetta costituendo, queste, facile preda di dette calamità. Del resto, Marche ed Emilia e Romagna lo hanno insegnato.
Oltre la copertura contro le calamità, peraltro già inclusa nell’apposita polizza globale, sono abbinabili altre importanti garanzie come il Furto, la Responsabilità Civile, la Tutela Legale. A sua volta, abbinabili alla garanzia Incendio, è possibile aggiungere i danni da acqua condotta, la ricerca del guasto, atti dolosi, danni da terremoto, fenomeni elettrici, pannelli solari.
Cos’altro dire se non ribadire l’innegabile utilità di queste polizze?
Possiamo concludere questa nostra ribadendo che i comuni cittadini, come pure gli agricoltori, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti, attese le difficoltà dei tempi correnti, devono affrontare in modo realistico i problemi che madre natura ci ha riservato, non dimenticando che gli unici delegati alla protezione dei nostri beni siamo noi stessi.
Mimmo Inzerillo